Il vescovo di Roma Benedetto XVI ha ricevuto in udienza una delegazione del comitato olimpico nazionale italiano con gli atleti che hanno vinto una medaglia ai giochi olimpici e paralimpici di Londra 2012. «Mi pare che a Londra - ha detto il Papa - abbiate conquistato ben 28 medaglie, di cui 8 d'oro! Ma a voi atleti non è stato chiesto solo di competere e ottenere risultati. Ogni attività sportiva presuppone un cammino di autentica maturazione umana, fatto di rinunce, di tenacia, di pazienza, e soprattutto di umiltà, che non viene applaudita, ma che è il segreto della vittoria». La pressione di conseguire risultati significativi, però, «.....non deve mai spingere a imboccare scorciatoie come avviene nel caso del doping. Lo stesso spirito di squadra sia di sprone ad evitare questi vicoli ciechi, ma anche di sostegno a chi riconosce di avere sbagliato, in modo che si senta accolto e aiutato». Penso a voi, cari atleti - ha concluso il Papa - come a dei campioni-testimoni, con una missione da compiere: possiate essere, per quanti vi ammirano, validi modelli da imitare». La delegazione azzurra era guidata dal Presidente del Coni Giovanni Petrucci. Il Pontefice ha salutato personalmente gli atleti soffermandosi a parlare con gli ori olimpici Valentina Vezzali e Daniele Molmenti. Al Papa è stata donata la Torcia olimpica di Londra 2012.

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Per descrivere Il Corridore di Gaia De Pascale basta ricorrere alle parole dello stesso Corridore, l'ultramaratoneta Marco Olmo operaio del cementificio nelle valli del cuneese che con costanza e forza di volontà è riuscito a mettere in fila i migliori specialisti al mondo. "È raro che io passi un giorno senza correre. O sono sui miei monti, o sono in gara. Ho provato anche a tenere il conto dei chilometri percorsi in questi trentasei anni, ma è molto difficile. Soprattutto in montagna non conta lo spazio attraversato, conta il tempo. Ma volendo fare un calcolo di massima, sono più o meno 4000 chilometri all’anno. Per 36, fanno 144.400. L’equatore terrestre è lungo circa 40.000 chilometri. Ho fatto quasi quattro giri del mondo; può sembrare crudele, ma la corsa è paragonabile al pugilato: devi colpire l’avversario quando è in difficoltà. Per dirla in maniera ancora più feroce, l’atteggiamento giusto nell’ultratrail è quello della iena, o dell’avvoltoio. Aggirarsi pazientemente, fino al momento giusto. E quando arriva il momento, attaccare senza rimpianti. Lo scopo di una gara è vincere. Mai scordarlo". Marco Olmo è nato nel 1948 a Robilante, un piccolo paese delle valli montane cuneesi, e ha cominciato a correre a 27 anni, «quando gli altri smettevano». Dopo un periodo passato a gareggiare nella corsa in montagna e nello scialpinismo, all’età di quarant’anni ha iniziato ad affrontare competizioni estreme come la Marathon de Sables, 230 km in assoluta autosufficienza alimentare e condizioni climatiche proibitive nel deserto marocchino, la Desert Cup (168 km nel deserto giordano), la Desert Marathon in Libia e la Maratona dei 10 Comandamenti (156 km sul Monte Sinai), raccogliendo un successo dopo l’altro. A 58 anni è diventato Campione del Mondo vincendo l’Ultra Trail du Mont Blanc, la gara di resistenza più importante e dura al mondo, che ha vinto due volte di fila: 167 km attraverso Francia, Italia e Svizzera, oltre 20 ore di corsa ininterrotta attorno al massiccio più alto d’Europa.

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Festa in casa Universitas. L’occasione è stata la festa annuale di chiusura della stagione che si è tenuta il 14 sera presso un locale di Palermo. Un’occasione per premiare gli atleti del Presidente Ino Gagliardi, che si sono maggiormente distinti nella stagione, ma soprattutto un’occasione per stare insieme con le famiglie, un momento di aggregazione e convivialità atteso e gradito da tutti i presenti. E così la serata è sfilata via veloce: a salire sul palco, sotto le “direttive” dello speaker, il nel consigliere nazionale della Lega Uisp di Atletica Mimmo Piombo, sono saliti gli atleti che hanno ricevuto un premio dalle mani, ora dal “presidentissimo” Gagliardi, ora da Gaetano Immesi coach della squadra. A consegnare coppe, targhe e materiale sportivo, a turno, sono stai anche tutti i membri del direttivo dell’Universitas. Non solo uomini protagonisti della serata, ma anche le donne runner tesserate con la ASD Sport Nuovi Eventi Sicilia (costola dell’Universitas) della presidente Anna Vizzini. Nel corso della serata, il presidente del sodalizio Ino Galiardi ha sottolineato i risultati ottenuti dalla squadra in questa stagione, su tutti l’ennesimo primo posto nel GP regionale delle maratonine ed in quello di corsa su strada (11° consecutivo) ma ha anche gettato le basi per la prossima stagione presentando, tra l’altro, tre nuovi acquisti (i primi due presenti in sala): i giovanissimi Lucio Cimò e Leonardo Lunetto che arrivano dalla A.P. Bagheria di Tommaso Ticali e l’olimpionico Francesco Bennici che arriva, carico della sua esperienza e con un ricco palmares dall’Atletico Mazzarino. Giusto per dire che l’Universitas, dopo aver vinto tanto, non lascia ma raddoppia anche per la prossima stagione. (Michele Amato)
Per la fotogallery dell'evento cliccare su "Foto-Stagione 2012-Festa Universitas 2012) |
“Lo scrivente Aldo Siragusa, in proprio e n.q. di Dirigente della società Sportaction Palermo, ha, attraverso alcuni topic sul social network Facebook, inopinatamente e immotivamente chiamato in causa, a più riprese, nei loro dibattiti la società A.S.D. Universitas Palermo, in persona del suo Presidente, Ino Gagliardi, e del suo atleta/dirigente, Matteo Giammona, usando, nei confronti di quest’ultimi, dei toni palesemente diffamatori ed ingiuriosi e che, comunque, trascendevano di gran lunga quelli che sono i ragionevoli limiti della critica e del dissenso, specie in un settore, quale è quello dell’atletica leggera amatoriale, che dovrebbe ispirarsi ai più genuini valori della lealtà, della solidarietà e della probità . Il Sig. Siragusa con la presente intende, esprimere le scuse più sentite nei riguardi dei prefati Dirigenti, Sig. Ino Gagliardi e Sig. Matteo Giammona, ben consapevole di avere gravemente leso la loro onorabilità e pregiudicato l’immagine del sodalizio sportivo di loro appartenenza attraverso espressioni assolutamente fuori luogo, proferite in maniera gratuita e gravemente lesive della loro dignità personale e della loro reputazione professionale”. |
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