Catania è stata ieri teatro di una edizione della maratonina cittadina particolarmente funestata da una serie di imprevisti e modifiche dell’ultima ora che hanno messo in seria difficoltà la macchina organizzativa. Tuttavia se in parte la stessa è assolvibile per colpe non sue (i 2/3 gradi sopra lo zero con cui si è svegliata ieri la città non erano certo prevedibili), molti altri sono i peccati (veniali?) di cui una manifestazione che si propone come “maratonina” cittadina avrebbe dovuto e saputo fare a meno. Innanzitutto il cambio di percorso dell’ultimo momento (sabato sera) con gli atleti che domenica mattina si sono ritrovati con tutt’altra gara rispetto a quella pubblicizzata. Non si sono capite bene le motivazioni (a quanto pare una mancata autorizzazione sul passaggio in zona porto) ma i 5.300 metri per quattro volte nel centro città con una buona metà sul lastricato (che bagnato diventa micidiale) ed una grossa macchia d’olio sull’asfalto che rendeva impraticabili oltre 300 metri a giro hanno disegnato il tracciato impossibile di questa “mezza” di fine anno. La salita poi di via Crispi lunghissima e con un vento freddissimo contro, ha messo a dura prova i 330 finisher. Ma le asperità e le difficoltà di ogni manifestazione sportiva possono, e devono, far parte della stessa; ogni gara ha le sue caratteristiche e Catania ieri si è fatta segnalare come gara particolarmente hard. Questo dicevamo può far parte del gioco e come atleti dobbiamo accettarlo. Quello che non può accettarsi è il mettere in gioco la sicurezza degli atleti; le molteplici e ripetute cadute di atleti ed atlete, dovute come dicevamo ad un tracciato impossibile, che hanno fatto per questo non solo abbandonare la gara ma anche ricorrere a cure ospedaliere (le palermitane Barbara Bennici ed Emily Inzirillo su tutti); la mancata segnalazione pre-gara della necessità di scarpe adatte più ad un trail che ad una manifestazione cittadina; il restringimento a 20 metri dalla partenza del fronte atleti a soli 6 metri e una serie di piloncini in cemento, non segnalati, ad 80 metri dalla partenza che si sono rivelati pericolosissimi. L’abbandono in gara di Yuri Floriani & C. che in testa alla gara hanno dovuto ritirarsi per un loro, imprevisto, taglio di percorso a causa della mancanza di una staffetta che segnalasse ed indicasse la strada ai primi! Il traffico anche sul percorso cittadino con i pullman urbani che imperversavano con i loro fumi addirittura nella centralissima Via Etnea. Come diceva una nota pubblicità ieri si è visto …di tutto e di più! Il minimalismo poi di ristori finali, di premiazioni finali e di tutto quanto annesso e connesso ha chiuso il quadro. Non possiamo non fare il parallelismo con le buone e vecchie maratonine di Grand Prix con il loro buon livello ormai standardizzato, probabilmente perché gli organizzatori sono gli stessi fruitori dei servizi e sanno bene come impostare una manifestazione di questa portata. Ma andiamo alla gara: vince un ottimo Giovanni Cavallo –Sprinteam- con un buon 1h10’45” seguito da un Vito Massimo Catania un po’ stanco dopo una stagione logorante (1h11’26”). Chiude il podio Franco Carpinteri in 1h12’37”. Ottimo il nostro Carlo Filiberto (Universitas) stra-primo nella M45 con 1h15’26”. Al femminile vittoria per la figlia d’arte Claudia Finielli; per lei un normale 1h23’12” più tempo da allenamento che da gara. Al secondo Elena Konstantos in 1h26’02” ed al terzo Patrizia Strazzeri in 1h27’08".
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Il fiammegialle Andrea Lalli trionfa agli Eurocross di Budapest vincendo, per distacco, la prova sui 10 chilometri staccando il francese Chadli ed il compagno di squadra Daniele Meucci che completa il podio portando la squadra maschile italiana al terzo posto assoluto. Ma non sono solo il primo e terzo posto a fare la storia. Notevole la prestazione di Gabriele De Nard che da supermaster (39 anni) si prende il lusso di traghettare la squadra al terzo posto grazie al suo 19° posto assoluto (ma soprattutto grazie alla sua sedicesima partecipazione agli Europei del fango che sono di suo già una impresa straordinaria). 41° il quarto italiano Patrick Nasti. Al femminile l’Italia chiude al quinto posto; vittoria assoluta per l’Irlanda. Le nostre “altofontine” chiudono rispettivamente al 32° posto, Silvia La Barbera, ed al 39°, Angela Rinicella. Migliore italiana Nadia Ejjafini settima. L’unico altro siciliano in gara Giuseppe Gerratana, ha concluso la sua prova (categoria Under 23) al 31° posto. Tornando alla vittoria di Lalli il “nostro” ha condotto tutta una gara di testa, aumentando il divario giro dopo giro con una classe ed una facilità che ha impressionato. I “soli” dieci secondi su Chadli si giustificano per le eccessive esultanze di fronte al pubblico e telecamere che hanno permesso al francese di ridurre la debacle. Andrea Lalli, 25 anni, come dicevamo tesserato per le Fiamme Gialle ha scritto per la prima volta nella storia dei campionati Europei di cross il nome ITALIA permettendosi il lusso di chiudere questo Campionato con le note di Goffredo Mameli.
Nella foto: il trionfo "innevato" di Andrea Lalli nel gelo di Budapest (-2°C alla partenza)
Nella foto: Silvia La Barbera ed Angela Rinicella in un bellissimo scatto nel bianco di Budapest.
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Si correrà domenica 16 dicembre la 28/a edizione della Balestrate d'Inverno che nel contempo ricorda il decimo anniversario dedicato al mai dimenticato Santo Patti maratoneta polivalente nonchè dirigente del locale Ufficio Postale scomparso prematuramente appunto dieci anni fà. La manifestazione è organizzata dall'ASD Sac. Filippo Evola.
Programma: Ore 9.00 raduno dei partecipanti in via Madonna del Ponte (presso Bar del Golfo) ore 10.00 partenza Categorie Over M60 e Donne (mt. 4.290) ore 10.30 partenza Categorie da TM a M55 (mt. 7.150) ore 11.30 premiazioni (i primi 5 di ogni categoria)
Iscrizioni a:
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entro il 14 dicembre
Tassa Iscrizione euro 6. E' possibile iscriversi fino a 30 minuti prima della partenza.
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I recenti casi di arresto cardiaco (AC) e di morte improvvisa “sul campo” di atleti professionisti nel pieno vigore delle loro forze, ripresi televisivamente, con diffusione mediatica planetaria, hanno provocato una immensa emozione anche al di fuori del mondo dello sport e suscitato angosciosi interrogativi. Molti hanno così appreso che nell’atleta competitivo possono esserci aritmie cardiache in taluni casi mortali, con un ruolo determinante sulla comparsa dei drammatici eventi cardiaci sul campo, frequentemente dovuti a destabilizzazione elettrica ed aritmica di cuori precedentemente affetti da patologie aritmogene silenti o non riconosciute. Contemporaneamente sono stati posti interrogativi sulla possibilità di identificare i pochi casi ad alto rischio aritmico nella vasta popolazione di atleti competitivi professionisti od amatoriali in attività (rispettivamente circa 6 e 12 milioni in Italia). Questi interrogativi riguardano in particolare l’esistenza di regole istituzionali, misure organizzative e metodologie diagnostiche utilizzabili a tale fine. Vasta risonanza ha anche trovato nei media la problematica della defibrillazione e rianimazione cardiaca precoce e corretta negli ambienti dove si svolgono le attività sportive. Viene richiamata l’importanza fondamentale dell’autoresponsabilizzazione dell’atleta richiesto a segnalare ogni sintomo di allarme tale da mettere in moto l’approfondimento diagnostico cardiologico. Vengono suggerite le regole comportamentali cui attenersi per evitare eventi aritmici in rapporto allo sport con particolare riguardo all’assunzione di sostanze illecite e di abuso. Vengono date informazioni sulla gestione delle aritmie dell’atleta compresi i trattamenti elettrici ablativi o basati sull’impianto di Pace Maker (PM) o di defibrillatori interni (ICD). Viene auspicata una diffusione capillare delle informazioni sulle manovre di rianimazione cardiaca sul campo auspicando che tutti gli atleti e gli operatori sportivi debbano essere in grado di effettuare le manovre basali salvavita (Basal Life Support, BLS). In particolare viene raccomandato di fronte ad un arresto cardiaco di un atleta o spettatore, di non perdere tempo, di utilizzare immediatamente il defibrillatore semi-automatico esterno (se disponibile) da chi è autorizzato a farlo, chiamare il 118 e facilitare il trasporto al Centro Ospedaliero allertato.
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