Per descrivere Il Corridore di Gaia De Pascale basta ricorrere alle parole dello stesso Corridore, l'ultramaratoneta Marco Olmo operaio del cementificio nelle valli del cuneese che con costanza e forza di volontà è riuscito a mettere in fila i migliori specialisti al mondo. "È raro che io passi un giorno senza correre. O sono sui miei monti, o sono in gara. Ho provato anche a tenere il conto dei chilometri percorsi in questi trentasei anni, ma è molto difficile. Soprattutto in montagna non conta lo spazio attraversato, conta il tempo. Ma volendo fare un calcolo di massima, sono più o meno 4000 chilometri all’anno. Per 36, fanno 144.400. L’equatore terrestre è lungo circa 40.000 chilometri. Ho fatto quasi quattro giri del mondo; può sembrare crudele, ma la corsa è paragonabile al pugilato: devi colpire l’avversario quando è in difficoltà. Per dirla in maniera ancora più feroce, l’atteggiamento giusto nell’ultratrail è quello della iena, o dell’avvoltoio. Aggirarsi pazientemente, fino al momento giusto. E quando arriva il momento, attaccare senza rimpianti. Lo scopo di una gara è vincere. Mai scordarlo". Marco Olmo è nato nel 1948 a Robilante, un piccolo paese delle valli montane cuneesi, e ha cominciato a correre a 27 anni, «quando gli altri smettevano». Dopo un periodo passato a gareggiare nella corsa in montagna e nello scialpinismo, all’età di quarant’anni ha iniziato ad affrontare competizioni estreme come la Marathon de Sables, 230 km in assoluta autosufficienza alimentare e condizioni climatiche proibitive nel deserto marocchino, la Desert Cup (168 km nel deserto giordano), la Desert Marathon in Libia e la Maratona dei 10 Comandamenti (156 km sul Monte Sinai), raccogliendo un successo dopo l’altro. A 58 anni è diventato Campione del Mondo vincendo l’Ultra Trail du Mont Blanc, la gara di resistenza più importante e dura al mondo, che ha vinto due volte di fila: 167 km attraverso Francia, Italia e Svizzera, oltre 20 ore di corsa ininterrotta attorno al massiccio più alto d’Europa.

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